GIARDINO STORICO E SIMBOLICO
Di proprietà della famiglia Leali per 4 secoli (venuta ai primi del ‘600 per aiutare i Farnese con le ferriere), il giardino con impianto botanico del 1790 con tantialberi rari (33 specie): Sequoia sempervirens, Magnolia Grandiflora, Cedrus deodaore, Taxus baccata, Ilex aquifolium, Abiespectinata, Thuja gigantea e giganteschi esemplari di flora mediterranea, corbezzoli di 200 anni, pini romani, agrifogli giganti, si popola a marzo di violette e narcisi di miti sempre vivi, di fragoline ed orchidee selvagge a maggio, di funghi in autunno. Sono presenti tante piante commestibili e medicinali, dalle erbe da scoprire con noi, e piante per rimedi omeopatici come la sequoia e la tuia.
Nel 1920 è stato acquistato da Ulisse Igliori e donato nel 1929 alla moglie Lina, donna straordianaria e visionaria circondata ed amata da artisti e letterati diventati di casa a “Villa Lina” nelle generazioni: D’Annunzio, Trilussa, Donghi negli anni ’30-’60 … Gli storici d’arte Federico Zeri, Mina Gregori nella generazione successiva con Massimo Igliori e negli anni ’80-’90 fino ad oggi artisti, poeti e personaggi della cultura con Paola Igliori l’attuale curatrice, da Sandro Chia a Jean Michel Basquiat, Giulio Bollati a Andy Warhol. Insieme hanno commissionato per la creazione del parco l’architetto Raffaelede Vico, uomo di grande cultura classica e anche di grande conoscenza del linguaggio interno delle cose e vero poeta dei giardini, che ha unito arte e natura per creare sull’impianto botanico settecentesco uno straordinario giardino che si legge a molteplici livelli.
Creato negli anni ’20 sull’impianto settecentesco,
dall’Architetto De Vico (un Rosacroce) nella tradizione Simbolica di un’altro straordinario Giardino della Tuscia riscoperto da Salvator Dali negli anni 30 (Bomarzo creato da Vicino Orsini)
Un giardino “all’Italiana” con un simbolismo vivo che si può legger a molteplici livelli.
Vi si accede, attraverso 2 autentiche colonne di antico tempio egiziano di granito rosa di Assuan ( 3500 anni)
Creato dall’architetto De Vico nel 1920, come tempio della natura, delle 2 energie da cui
scaturisce tutta la creazione:
Il maschile e il femminile,
lo yin e lo yang:
il ricettivo e il creativo
Il giardino come un corpo:
sulla destra la fontana delle cascate; il femminile.
L’acqua che sgorga dalla grotta riempiendo le tre conchiglie come l’infinita abbondanza della Natura riempie i nostri tre corpi, fisico, mentale e spirituale;
la fertilità, la nascita, il DNA.
Piu’ in là il maschile:
la fontana dell’anfora che zampilla circondata da un cerchio fallico di cipressi che scandiscono i punti chiave nel cerchio delle stagioni
Passate le 2 colonne di antico tempio egizio, un labirinto sulla sinistra, e davanti invece di una prospettiva un muro verde, alta siepe di alloro metafore della nostra mente creativa.
Non vi sono autostrade verso la conoscenza!
Che scherma il segreto messaggio dell’Oroboros serpente nero di eterna ri-generazione . Si svela solo quando, il ricettivo ed il creativo, il femminile e il maschile, finalmente in equilibrio, danzano insieme di fronte al palcoscenico vuoto e l’osservatore e l’osservato si incontrano al centro di questo percorso iniziatico. …
dimentichiamo che la mente creativa crea costantemente la nostra realtà e la crea o con le nostre paure ed i nostri limiti a con visione consapevole e azione.
Come il serpente rigenera completamente la sua pelle, cosi’ noi rigeneriamo completamente ognuna delle nostre cellule, ma essendo creature d’abitudine ci dimentichiamo di essere infiniti e con infinito potere creativo e diventiamo cosi “finiti” come lo sono le nostre convenzioni, le nostre paure, le nostre armature!
Cosi’ il serpente ci trasmette questo messaggio di completa rigenerazione e ci dice anche che , come il suo veleno diventa l’antidoto, cosi’ ricorda a noi di TRASFORMARE tutta la sofferenza, tutto il veleno che ognuno di noi ha incontrato nella propria vita e nel “ bagaglio” genetico , in MEDICINA per noi stessi e per gli altri!